26/10/2022

Verdi legge Verdi

Documenti dell’Archivio ispirano lo spettacolo di Finazzer Flory in omaggio a Giuseppe Verdi

L’Orchestra Sinfonica di Milano dedica una settimana di palinsesto al genio di Busseto con un doppio appuntamento all’Auditorium di Milano: il Requiem di Giuseppe Verdi, che il compositore scrisse dopo la morte di Alessandro Manzoni, viene eseguito giovedì 27, venerdì 28 e domenica 30 ottobre come da tradizione dall’Orchestra e dal Coro Sinfonico di Milano con Claus Peter Flor sul podio e un cast che annovera Carmela Remigio (Soprano), Anna Bonitatibus (Alto), Valentino Buzza (Tenore) e Fabrizio Beggi (Basso).

Sabato 29, invece, va in scena Verdi legge Verdi, uno spettacolo diretto e interpretato da Massimiliano Finazzer Flory sulla vita del più grande operista italiano dell’Ottocento. Un omaggio teatrale in cui Finazzer Flory trae ispirazione da materiali di inestimabile valore storico e biografico messi a disposizione dall’Archivio Storico Ricordi. Finazzer Flory personifica Verdi con una chiave interpretativa e un trucco originale, dando voce allo stesso compositore con una selezione di lettere originali dedicate all’Italia, alla musica, alla politica, all’arte, e tre passioni di Verdi: Dante, Manzoni e Shakespeare.

Il 22 maggio 1873 moriva nella sua casa di Milano Alessandro Manzoni, uno degli autori più importanti del panorama italiano del XIX secolo. Da quella morte Giuseppe Verdi ne rimase così colpito da scrivere, il giorno successivo, una lettera indirizzata a Giulio Ricordi e tuttora custodita nell’Archivio, con queste parole: “Sono profondamente addolorato dalla morte del nostro Grande! Ma io non verrò domani a Milano chè non avrei cuore d’assistere ai suoi funerali. Verrò fra breve per visitarne la tomba, solo e senza essere visto, e forse (dopo ulteriori riflessioni, e dopo aver pesate le mie forze) per proporre cosa ad onorarne la memoria. Tenete il segreto, e non dite pure parola sulla mia venuta, chè mi è tanto penoso sentire i giornali parlare di me, e farmi dire e fare, quello che non dico e faccio”.

Pochi giorni dopo Verdi si offrì di mettere in musica una Messa da morto per celebrare Manzoni. Il 3 Giugno 1873, in un’altra lettera a Giulio Ricordi, Verdi scrisse: “Io pure vorrei dimostrare quant’affetto e venerazione ho portato e porto a quel Grande che non è più, e che Milano ha tanto degnamente onorato. Vorrei mettere in musica una Messa da morto da seguirsi l’anno venturo per l’anniversario della sua morte. La Messa avrebbe proporzioni piuttosto vaste, ed oltre ad una grande orchestra ed un grande Coro, ci vorrebbero anche (ora non potrei precisarlo) quattro o cinque cantanti principali”. Puntualmente, in occasione del primo anniversario della morte del Manzoni, il Requiem venne eseguito. Era il 22 maggio 1874 e con queste parole veniva salutato sulle pagine della Gazzetta Musicale Italiana: “Centoventi coristi e cento professori d’orchestra prenderanno parte a questa solenne cerimonia, la quale farà epoca nella storia dell’arte musicale”.

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